GOUNEL-LASSALLE

GOUNEL-LASSALLE (Cigny Les Roses Premier Cru – Montagne de Reims)

     

AD OGNI PARCELLA… IL SUO CHAMPAGNE!

I “Wine Riders” dello Champoagne: così si definiscono Arnould  e Sophie, la coppia alla guida della ancor piccola (poche  migliaia di bottiglie oggi all’attivo) Maison Gounel-Lassalle.  Siamo a Cigny-les-Roses, Village Premier Cru di alto profilo  qualitativo alle pendici nord della Montagne de Reims, patria  natia di Madame Louise Pommery madrina nella seconda  metà del 1800 dello Champagne secco ed asciutto, come oggi  noi lo conosciamo. In controtendenza rispetto ai Grand Cru  limitrofi (Mailly e Verzenay sono a qualche kilometro) il pinot  meunier occupa oltre la metà dei circa 130ha vitati del comune:  l’esposizione nord-est di molte parcelle ed un suolo non  particolarmente ricco di gesso ne ha favorito nei decenni la  propagazione. I Gounel lassalle non sono nuovi nel mondo del  vino, le famiglie hanno tradizioni secolari quali proprietari di  vigne a Cigny-les-Roses. Ai giorni nostre le nuove generazioni  in cabina di regia, la quarta in attività e la quinta pronta in  futuro a darle il cambio, sono lanciate verso il salto di qualità.  “Wine Riders” si diceva: le 29 parcelle distribuite tra Cigny e Ludes costituiscono un circuito virtuale  (rappresentato nelle accattivanti etichette della Miason) in cui i Gounel Lassalle giocano la loro personale  gara alla ricerca dell’identità di ogni singolo metro quadrato di terra vitata. Nasce da questo “correre per  vigne” la gamma dei loro Champagne, fortemente legata alle singole parcelle di provenienza, ognuna  diversa per suolo (testimoniato da Arnould nella sua suggestiva collezione “in barattolo” di terra) e uve.

LO STILE GOUNEL-LASSALLE (Agricoltura Biologica) La biodiversità dei Terroir su cui Arnould e Sophie operano regala una estrema variabilità alla loro gamma di Champgne, certo non  monotoni e ripetitivi. I vigneti sono tutti condotti in regime biologico, in cantina si lavora con massima  naturalezza e dosi di solforosa volutamente molto ridotte. Elementi portanti della filosofia produttiva:  l’assenza di dosaggio per garantire la massima espressione di ogni singola parcella, Il frequente uso del  legno per l’elaborazione delle basi e la maturazione “sur liège” (con il tappo in sughero in luogo di quello  in plastica). Facile intuire che si tratta di Champagne che difficilmente passano inosservati.

 LE NOSTRE SCELTE

ESPRIT VOYAGER NATURE 1er CRU  Specchio fedele delle vigne di Cigny-les- Roses, è un blend in cui il pinot meunier  è maggioritario (58%) rispetto al pinot  noir (25%) ed allo chardonnay (17%).  La cuvèe di base elaborata con il vino  d’annata a cui è aggiunto un 30% di Vin  de Reserve (di norma l’annata  precedente). Malolattica interamente  svolta, lavorazione in acciaio, sosta sui  lieviti di circa 2 anni. Non ha dosaggio  (0 gr/l) alla sboccatura.

Il commento: un naso di grande  intensità e piacevolezza (albicocche,  agrumi e spezie dolci) preannunciano un  palato di perfetto equilibrio e bella presa.  Una bollicina assolutamente non  aggressiva a dispetto dell’assenza di  dosaggio zuccherino.

TERRE D’ANCETRES NATURE 1er CRU  Un blend paritetico delle tre uve classiche dello Champagne  targate 2018: 1/3 pinot meunier, 1/3 pinot noir, 1/3 chardonnay. Vinificazione “all’antica”, in legno  (barrique e tonneaux da 10hl), con frequenti colmature e “batonnage” delle fecce fine per evitare ossidazioni.  Malolattica svolta, sosta sui lieviti di circa 2 anni. Non ha dosaggio (0 gr/l) alla sboccatura

Il commento: A dispetto dell’uso del legno ha un colore delicato e luminoso, una naso di grande  freschesìzza ed una bocca alquanto affilata. Lo chardonnay fa sentire la sua voce con tocchi esotici che  accompagnano note agrumate e, solo in sottofondo, tostate. Una decisa lunghezza gustativa riporta alla  luce la forza espressiva del pinot noir.

DESSUS LA VILLE NATURE 1er CRU    la “Ville” (citata in etichetta) sopra la quale giacciono i vigneti  è il piccolo borgo di Cigny. Pinot meunier in purezza della vendemmia 2018 (millesimato non  dichiarato), Vinificazione “all’antica”, in legno (barrique e tonneaux da 10hl), con frequenti colmature e  “batonnage” delle fecce fine per evitare ossidazioni. Malolattica non svolta a preservare l’acidità del meunier,  sosta sui lieviti di circa 2 anni con l’uso di tappi in sughero (in luogo della classica Bidule in plastica)  per apportare una micro-ossigenazione alla maturazione “sur lie”. Non ha dosaggio (0 gr/l) alla  sboccatura.

Il commento: Un pinot meunier in purezza su suoli di argille miste a strati di calcare. La scelta  ragionata di bloccare la fermentazione malolattica (non svolta) rende ficcante e molto tonica la beva.  Uno Champagne che mette in evidenza le grandi capacità di Arnould, bravo nel fondere assieme così  tanti ingredienti: gestione del legno e dell’acido malico, uso del sughero nella rifermentazione, assenza  di dosaggio, quantità limitatissime di solforosa aggiunta.

LE HAUT BELAI NATURE 1er CRU    Ci spostiamo di qualche chilometro, nella vicina Ludes (altro  Village Premier Cru della Montagne de Reims) per un blend di pinot noir (52%) e chardonnay (48%)  della vendemmia 2018 (millesimato non dichiarato). Vinificazione “all’antica”, in legno (barrique e  tonneaux da 10hl), con frequenti colmature e batonnage delle fecce fine per evitare ossidazioni.  Malolattica non svolta, sosta sui lieviti di oltre 2 anni con l’uso di tappi in sughero (in luogo della  classica bidule in plastica) per apportare una micro-ossigenazione alla maturazione “sur lie”. Non ha  dosaggio (0 gr/l) alla sboccatura.

Il commento: La presenza del gesso (minoritario nelle altre cuvèe) qui fa sentire la sua voce, donando  sfumature minerali allo chardonnay e rendendo molto sapido il pinot noir. Un bocca cremosa e di grande  solidità preannuncia un finale molto lungo in cui il frutto riemerge integro e succoso. Ancora una volta  la gestione del legno, comprimario e non protagonista, è esemplare.

LES RUELLES NATURE 1er CRU    Nel cuore di Cigny Les Roses, Village Premier Cru della Montagne de Reims, uno chardonnay in purezza della vendemmia 2018 (millesimato non dichiarato). Vinificazione “all’antica”, in legno (barrique e tonneaux da 10hl), con frequenti colmature e “batonnage” delle fecce fine per evitare ossidazioni. Malolattica non svolta, sosta sui lieviti di circa 3 anni con l’uso di tappi in sughero (in luogo della classica bidule in plastica) per apportare una micro-ossigenazione alla maturazione “sur lie”. Non ha dosaggio (0 gr/l.) alla sboccatura.

Il commento: Uno Champagne di fattura sartoriale, pieno e cremoso, solcato da una acidità ficcante che slancia il sorso. Una nota minerale inaspettata per uno Chardonnay della Montagne de Reims. Il legno è molto ben integrato e non appesantisce la beva, resa molto ficcante da un “non dosaggio”.

LES NOUES NATURE 1er CRU    Pinot meunier in purezza della vendemmia 2018 (millesimato non dichiarato), proveniente dalla parcella di miglior esposizione (altitudine di 180m) del comune di Cigny; di fatto le prime uve ad essere accolte in azienda. Vinificazione “all’antica”, in legno (barrique e tonneaux da 10hl), con frequenti colmature e “batonnage” delle fecce fine per evitare ossidazioni. Malolattica non svolta a preservare l’acidità del meunier, sosta sui lieviti di circa 3 anni con l’uso di tappi in sughero (in luogo della classica bidule in plastica) per apportare una micro-ossigenazione alla maturazione “sur lie”. Non ha dosaggio (0 gr/l.) alla sboccatura.

Il commento:  Un pinot meunier pieno e ricco, d’inaspettata sapidità dettata da un terreno ricco di calcare e dall’età delle vigne (oltre 60 anni). Sapiente la gestione del legno e dell’acido malico, personale l’uso del sughero nella rifermentazione e l’assenza di dosaggio. Limitatissime le quantità di solforosa aggiunta in ogni fase della lavorazione.

29 PARCELLES ROSE’ NATURE 1er CRU    Un rosè d’assemblaggio della vendemmia 2018 (millesimato non dichiarato), 92% di Blanc de Meunier a cui è aggiunto un 8% di Pinot Meunier (realizzato in azienda) vinificato in rosso. Vinificazione in legno (barrique e tonneaux da 10hl) per la cuvèe, vinificazione tradizionale in rosso per la restante parte. Malolattica non svolta a preservare l’acidità del meunier, sosta sui lieviti di circa 30 mesi. Non dosato (0 gr/l.) alla sboccatura.

Il commento:  Un rosato tutt’altro che banale, fresco e stuzzicante, dotato di un frutto rosso generoso ma integro e senza cenni ossidativi. Come al solito, nervosa la beva in virtù dell’assenza di dosaggio e l’arresto della fermentazione malolattica per la cuvèe di base. Limitatissime le quantità di solforosa aggiunta in ogni fase della lavorazione.